Spari con lanciagranate, contro il ministero della sicurezza di Tiraspol. La nostalgica capitale della Transnistria, La tensione, sale nell'auto proclamata Repubblica filorussa, con la falce e il martello sulla bandiera, come nell'adiacente Moldavia, considerata una piccola Ucraina. Sono gli affari interni, a comunicare che il quartier generale del Ministero, è stato attaccato. Secondo il Governo moldavo, il pretesto per un'escalation. Da Tiraspol, riferiscono di diverse esplosioni all'interno dell'edificio, sul posto gli artificieri. Sempre secondo la comunicazione ufficiale del Ministero degli Interni della Transnistria. Esplosioni, che per la Moldavia, mirano ad aggravare la situazione della sedicente Repubblica, che potrebbe essere nei piani di Putin. E' Pasqua per tutti moldavi, russi e ucraini che in queste terre convivono, anche all'interno degli stessi nuclei familiari. Dal 1992 al 1993, il conflitto e la separazione della Repubblica supportata dai russi, è tutt'ora non riconosciuta dagli organismi internazionali. Non controllata da autorità costituzionali, sottolineano dal Governo di Chisinau, è un obiettivo dichiarato tra le righe dai militari russi. Il controllo dell'intero Sud dell'Ucraina, garantisce il passaggio alla Transnistria, sono le parole del Comandante Minnekaiev. Secondo cui, la popolazione filorussa sarebbero oppressa. Odessa, è a circa un'ora di auto del confine, gli equilibri sono sottilissimi, a Chisinau si aspettano di tutto. La Moldavia, è neutrale e povera, aspira ad entrare nell'Unione Europea, così come è stato per l'Ucraina, dove l'escalation si è accesa nelle sedicenti repubbliche del Donbass. Territori da liberare, attraverso quella che Mosca, definisce un operazione speciale. Similitudini, che fanno ogni giorno più paura.