La ricerca di gas e di fonti energetiche alternative rimane il principale obiettivo di Bruxelles. C'è più di un sospetto che la Russia potrebbe presto interrompere completamente la sua fornitura di gas all'Europa e al momento circa la metà dei paesi membri UE, per primi Italia e Germania, non ha la possibilità di sostituire interamente il combustibile fornito da Mosca. Quindi oltre ai governi nazionali si muovono anche le istituzioni europee. La Presidente della Commissione Von der Leyen è volata a Baku in Azerbaijan per assicurarsi un aumento della fornitura di metano. Per questo però sarà necessario fare i lavori sul gasdotto Tap che arriva in Puglia e aumentarne la portata. Rispetto ai circa 73 miliardi di metri cubi di gas che ogni anno importa l'Italia quattro in più, che arriverebbero quest'altr'anno dall'Azerbaijan e che sarebbero da distribuire col resto d'Europa, non cambiano molto la situazione. Nello stesso tempo qui a Bruxelles si attende per mercoledì il piano di razionamento energetico per il prossimo autunno e il prossimo inverno. Sarà quello il periodo più difficile da superare nel caso in cui la Russia confermi di voler chiudere i rubinetti. Intanto i Ministri degli Esteri hanno approvato un ulteriore finanziamento di mezzo miliardo di euro in armi all'Ucraina mentre si aprono spiragli per un accordo definitivo per sbloccare il grano bloccato nei porti del Mar Nero.























