Constantine era nella sua camera da letto in questo palazzo a Sloviansk, quando sono cominciati i bombardamenti russi, le finestre di casa sono esplose, ha chiamato subito i soccorsi ed è scappato. Come lui gli altri abitanti del quartiere di una città nel Donbass, sotto il martellante fuoco russo, da settimane. Il Governo ucraino ha deciso di evacuare due terzi dei residenti della Regione orientale di Donetsk ed altre aree lungo la linea del fronte, prima dell'inverno. Sino ad ora in poco meno di 12000 persone hanno accolto l'invito di Kiev. "Combattiamo per l'Ucraina e lavoriamo per la nostra vittoria", ha scritto sui suoi profili Social il Presidente Zelensky. A Kiev è arrivata buona parte degli armamenti promessi dall'Occidente, per frenare l'avanzata dell'esercito di Mosca. Gli ultimi sono i carri armati Panzer 2000 forniti da Berlino. La tensione resta altissima soprattutto a Zaporizhia, da giovedì sono state registrate diverse esplosioni vicino alla centrale nucleare della città nel sud del Paese, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica parla di almeno 17 razzi che avrebbero colpito edifici speciali situati ad appena 100 metri dai reattori. L'AIEA specifica anche che tutti i sistemi di sicurezza restano operativi e la radioattività è nella norma, ma la popolazione preoccupata si mette in fila per fare scorte di pillole di Iodio. Mosca e Kiev intanto si rimpallano la responsabilità di quanto avviene. La portavoce del Ministero degli Esteri Russo Maria Zakharova sostiene la volontà del Cremlino di collaborare ad una missione di esperti dell'Agenzia, il Direttore dell'AIEA: Mariano Grossi prosegue i suoi colloqui con tutte le parti per contribuire a garantire la sicurezza nucleare ma al momento non sono stati fatti passi avanti significativi. L'unica notizia positiva i due reattori che erano stati disconnessi dalla rete elettrica ucraina, dopo essere stati riallacciati, sono di nuovo operativi.























