Missili sulla Pasqua ortodossa e vittime civili da entrambe le parti. Il bombardamento più oltraggioso viene denunciato dal capo della Repubblica di Donetsk Denis Pushilin che racconta come i missili ucraini abbiano colpito in piena notte il centro di Donetsk e in particolare la zona della cattedrale della Trasfigurazione mentre era in corso la veglia pasquale. Il bilancio parla di un morto e due feriti, alte colonne di fumo si sono alzate accanto alla cattedrale, colpiti anche il vicino mercato, i negozi e una farmacia. Il bombardamento sarebbe stato molto potente con una ventina di missili ucraini partiti dai sistemi a lancio multiplo come gli Himars forniti dagli occidentali. Un'altra chiesa sarebbe stata colpita e distrutta invece dai bombardamenti russi nell'oblast di Zaporizhzhia, mentre due adolescenti sono stati uccisi sempre dalle bombe russe nella regione di Mykolaiv. Una Pasqua insanguinata per il secondo anno consecutivo in Ucraina, con combattimenti che sono continuati particolarmente intensi a Bakhmut, come sempre negli ultimi mesi. Chi ha potuto ha comunque celebrato la resurrezione del Cristo, chi mangiando il cibo tradizionale in una pausa dai combattimenti in trincea, chi celebrando la festività all'esterno di chiese come questa nella regione di Chernihiv, distrutta come altri centinaia luoghi di culto durante l'occupazione russa dello scorso anno, non a caso in quest'anno di guerra decine di chiese sono passate dall'obbedienza al patriarcato di Mosca alla chiesa ortodossa ucraina. E mentre Zelensky dice di celebrare la Pasqua con una fede incrollabile nella vittoria ucraina, a Mosca il Presidente Putin si fa vedere in compagnia del Patriarca Kirill nella cattedrale del Cristo Redentore, il più grande tempio ortodosso del paese. Kirill, sodale di Putin in tutti questi mesi di guerra, lo è stato anche oggi chiedendo al Signore di concedere una pace giusta e duratura per i popoli fratelli usciti dallo stesso fonte battesimale del Dnepr, una lettura pienamente putiniana della situazione sul campo. In questa seconda Pasqua di guerra l'unico segno di una qualche tregua è stato un grande scambio di prigionieri con Mosca che ha riportato a Kiev 130 soldati catturati in Donbas, per il resto la guerra continua.