Kramatorsk e Sloviansk ancora nel mirino delle truppe russe. Forti esplosioni, morti e feriti sul campo si continua a combattere; a Bucha invece le ultime sepolture dopo le torture, con fatica la vita riprende da qui; primo giorno di scuola per i bambini di Bucha tentativi di normalità, ma quella nuova il bunker sotto i banchi, solo così i bambini possono tornare in classe, tentativi. Mentre a Zaporizhia rischio è ancora alto, ma la visita della delegazione AIEA ha ottenuto i primi risultati, due tecnici della missione resteranno nella centrale in pianta stabile, una condizione necessaria vista la complessità della situazione ha spiegato il Segretario Generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Nucleare Raphael Grossi, di ritorno dall'Ucraina. La situazione, ha chiarito, non è paragonabile a quella di Chernobyl, i russi dicono di essere contenti della presenza degli osservatori e chiedono che rendono pubblici i risultati. Accusano Kiev di sabotarla e di mettere in grave pericolo la centrale con attacchi continui. Gli ucraini replicano accusando Mosca, il Presidente russo Putin in un colloquio telefonico con il leader turco Erdogan ha affermato che la Turchia può avere un ruolo di facilitatore sulla questione della centrale nucleare. Ma i Ministri degli esteri russo e ucraino potrebbero confrontarsi direttamente il 22 settembre, durante la seduta del consiglio di sicurezza dell'ONU, sempre che accettino l'invito a partecipare.























