"E' il periodo più pericoloso nella crisi di sicurezza maggiore mai vista dall'Europa negli ultimi decenni, per cui dobbiamo trovare la soluzione giusta. La combinazione di sanzioni, risoluzione militare e diplomazia è necessaria." Il premier britannico Boris Johnson, volato a Bruxelles prima di andare a Varsavia, lo dice chiaro al termine del suo incontro con Jens Stoltenberg. Le prossime settimane, nella crisi Ucraina, saranno le più delicate, un concetto che trova eco anche nelle parole del segretario generale della NATO. "E' un momento pericoloso per la sicurezza europea. Il numero di forze russe sta aumentando. Il tempo di allerta per un possibile attacco si sta riducendo. La Nato non è una minaccia per la Russia ma dobbiamo tenerci pronti per il peggio, rimanendo sempre impegnati a trovare una soluzione politica." Dove invece la sintonia ha lasciato spazio alle scintille è il bilaterale di Mosca tra il segretario di stato britannico Liz Truss e l'omologo russo Sergey Lavrov. Il numero uno della diplomazia russa ha definito il loro un dialogo tra sordi e singolare la richiesta di muovere le truppe russe all'interno dei propri stessi confini, per quanto va detto, ammassate al confine ucraino, una richiesta avanzata anche da Josep Borrell in rappresentanza di tutti i 27 stati dell'Unione Europea. Chiediamo alla Russia di allentare la tensione, ha dichiarato Borrell, in altre parole che Mosca ritiri le proprie truppe. Vista la situazione dalla prospettiva russa è in realtà la Nato ad essersi avvicinata negli anni ai propri confini. Intanto a scanso di equivoci, sono iniziati i 10 giorni di esercitazioni militari congiunte di Russia e Bielorussia. Mosca sta inoltre procedendo all'evacuazione da Kiev di tutto il personale dell'ambasciata non essenziale.























