Mi servono munizioni non un passaggio. Una frase breve in grado di segnare il corso del primo conflitto su suolo europeo da decenni. Con quella frase pronunciata due giorni dopo l'invasione russa dell'Ucraina a Washington che gli propone di portarlo in salvo, il servitore del popolo Volodymyr Zelenski stupisce nemici e alleati e si offre come simbolo e guida del Paese invaso. Saldamente a Kiev, che da quel giorno diventa il simbolo della resistenza. Dalla capitale Zelenski apre una finestra sulla tragedia. Con la sua iconica maglietta verde nei suoi video quotidiani sui social, testimonia i bombardamenti, gestisce le trattative diplomatiche, lancia messaggi di resilienza. I suoi discorsi a parlamenti ed eventi di portata mondiale sono un esempio di come sia un abile mago della retorica. Alla Germania ricorda il muro di Berlino, agli Stati Uniti l'11 settembre, all'Italia la tragedia di Genova. Tutto con l'obiettivo di appellarsi alla memoria degli altri Governi in modo che gli vengano soccorso, anche se inciampa sull'olocausto a Gerusalemme. Il suo ruolo però ci ha fatto passare sopra alle zone d'ombra che negli ultimi mesi hanno ricalibrato la sua celebrità. Dai capitali offshore alle epurazioni che hanno condannato gli altri e salvato i suoi, alla legge sui media unificati accusata di aver bloccato La pluralità di informazione. Erede della lotta al nazismo per la quale i suoi antenati persero la vita, figlio di un professore e di un ingegnere, Zelenski si definisce un ebreo sovietico ma soprattutto un ucraino. Attore comico e produttore, diventa il volto di molte commedie fino ad arrivare ad interpretare il professore della serie televisiva che ha sancito il punto di svolta nella sua carriera artistica e politica, Il servitore del popolo. Serie tv prima, missione e partito politico quando decide di offrirsi come alternativa alla classe dirigente del suo Paese. È il 2019 quando superando le aspettative del predecessore Poroshenko e le accuse degli oppositori che lo dipingono come filorusso, Zelenski diventa nuovo Preside l'Ucraina con oltre il 73% dei voti e posizioni chiaramente europeiste. Da comico a Presidente, da comparsa a protagonista della storia. In sei mesi Zelenski diventa l'eroe indiscusso di una nazione in guerra.























