Lavorare per il cessate il fuoco, trovare una soluzione diplomatica nero su bianco, creare le condizioni per un summit di alto livello, presenti alleati occidentali, russi e ucraini, per discutere un nuovo ordine per la pace e la sicurezza in Europa. Potrebbe essere questa la via d'uscita dalla crisi del Donbass, una crisi che, a detta di tutte le parti, sarebbe arrivata al punto di rottura. Qualsiasi incidente potrebbe essere la scintilla in grado di dare fuoco al vecchio continente. Unico punto comune per il resto è un rimpallo costante di responsabilità. A trovare le parole e la volontà Emmanuel Macron, presidente di turno dell'Unione Europea e Vladimir Putin, Zar della nuova Russia. Lo fanno al termine di una telefonata dura un'ora e tre quarti a cui seguono conversazioni del francese con gli alleati di Stati Uniti e Germania, Italia e Regno Unito. La strada lo sanno tutti, è ancora lunga. In primis per capire se si ha una possibilità concreta o solo un modo di prendere altro tempo, mentre sul confine i militari russi restano in allerta, anche in quella Bielorussia dove in teoria le esercitazioni congiunte sarebbero terminate. Potrebbero invadere in qualsiasi momento, l'Europa è sull'orlo di una guerra come nel '45, in gioco c'è la tenuta della NATO, ripetono Boris Johnson è Kamala Harris. La gravità del momento non sfugge l'occidente cerca di mostrarsi unito, ma le differenze ci sono. Ad esempio sulle eventuali sanzioni. Le preoccupazioni dell'Italia per il settore energetico, saranno tenute in considerazione, assicura la vicepresidente americana che promette siamo al lavoro per mitigarne gli effetti economici.























