La controffensiva ucraina intorno a Kharkiv continua. L'esercito avanza, libera altri villaggi e ricaccia i russi verso il confine ormai a 10 km. Non solo, Kiev annuncia di aver ripreso il controllo di 1200 km di confine. Quello a nord di Kiev essenzialmente interessato dalle avanzate russe su Chernobyl, Chernihiv e Sumy. I russi, da queste terre si sono ormai ritirati da tempo. Ma continuano periodicamente, anche nelle ultime ore, i bombardamenti di artiglieria da oltreconfine. Lo scopo è chiaro, non consentire alle truppe ucraine distanza in quelle Terre, di spostarsi per concentrarsi dove la battaglia è più dura, cioè sul fronte est. Un'operazione simile, sembra arrivare anche dalla Bielorussia, che ha ammassato le sue truppe ai confini ucraini, per la presunta minaccia Nato e Ucraina. Nella regione di Luhansk, invece, la pressione delle truppe russe è sempre forte, gli avanzamenti sono lenti ma costanti. A causa dei bombardamenti, l'Ucraina ha fatto sapere oggi, che non è più in grado di fornire all'Europa il gas che proveniva dal Donbass. Un terzo delle forniture totali. Nella Cherson occupata dai militari russi, il leader della neo amministrazione locale filorussa, ha fatto sapere che presto la regione chiederà a Putin, direttamente l'annessione alla Federazione Russa, senza passare per un referendum popolare, per la creazione di una repubblica come quelle di Donetsk e Luhansk. Qui a Mariupol, i russi stanno ogni giorno lanciando segnali, per far capire alla restante popolazione locale, che la loro presenza è permanente. Si cambiano i cartelli stradali, e dalla Russia e della Crimea arrivano delegati, amministratori per sostenere la propaganda del Cremlino. Intanto il Presidente Zelensky, ammette che i soldati ucraini morti in battaglia, sono più di 3 mila e 10 mila sono i feriti. Il Presidente, fa sapere di essere sempre pronto e aperto al negoziato con Mosca, sperando che non sia troppo tardi. Disperata sembra, invece, la situazione dei soldati del Battaglione Azov, rintanati nei cunicoli dell'acciaieria Azovstal alla Mariupol. La mediazione per portarlo in salvo, è fallita nonostante alcune delle loro mogli siano andati a chiedere addirittura l'aiuto del Papa. La fabbrica, è stata attaccata anche dai carrarmati, le esplosioni hanno causato un incendio che ha distrutto anche il secondo ospedale da campo dell'acciaieria. Adesso, rischiano la vita anche i feriti più lievi.























