Un altro miliardo di dollari dagli Stati Uniti all'Ucraina per fare fronte all'avanzata russa nel Donbass, un nuovo pacchetto promesso da Jo Biden a Zelensky e che comprenderà armi da difesa, artiglieria e sistemi missilistici avanzati. Il Presidente degli Stati Uniti ha voluto così dare un segnale forte, dopo le voci che si erano rincorse nei giorni scorsi a proposito di un peggioramento dei rapporti tra i due. E un segnale altrettanto forte è arrivato dal segretario della NATO Stoltenberg, che che da Bruxelles, a sua volta, ha ribadito come l'Alleanza Atlantica continui il suo impegno per sostenere militarmente Kiev. Se le sue parole hanno rassicurato Kiev, quelle di Macron, impegnato in un viaggio in Romania, non hanno avuto lo stesso effetto. "Il Presidente ucraino e i suoi uomini" ha detto, dovranno negoziare con la Russia". Dichiarazioni che hanno alimentato il timore fra i leader ucraini, che la sua imminente visita a Kiev con Mario Draghi e Olaf Scholz, possa portare a delle pressioni per accettare un eventuale cessate il fuoco. Sull'altro versante, a spingere perché si arrivi ad una svolta è stata la Cina, con Xi Jinping, a chiedere una soluzione responsabile del conflitto. Il Presidente cinese, in occasione del suo sessantanovesimo compleanno, ha ricevuto infatti una telefonata da Vladimir Putin, che non è certo arrivata inaspettata e i suoi auguri di buon compleanno sono stati anche un pretesto per mandare un messaggio chiaro all'occidente, l'amicizia tra Pechino e Mosca è senza limiti. Ma a dare, anche se non esplicitamente sostegno a Mosca, ci ha pensato anche la Turchia, Paese che si sta opponendo all'ingresso di Svezia e Finlandia nell'Alleanza Atlantica. La Nato Infatti aveva proposto un incontro trilaterale allo scopo di risolvere la questione. Ankara ha rifiutato seccamente.























