"Se la Russia continua a colpirci ogni giorno come ha fatto nell'ultimo mese, potremmo rimanere senza missili, e i partner lo sanno", ha detto il presidente ucraino Zelensky nel più drammatico appello degli ultimi mesi sugli schermi della televisione nazionale, ma rivolgendosi evidentemente alla comunità internazionale divisa sull'invio di ulteriori armi e munizioni al Paese. L'offensiva russa, come ha ricordato nelle scorse ore Il Comandante in Capo ucraino Oleksandr Syrsky, non si ferma né di notte né di giorno su quel fronte orientale che è avanzato fino alla cittadina di Chasiv Yar, nella regione del Donetsk. Servono missili Patriot e un sistema di difesa antiaerea per neutralizzare quelle "bombe guidate russe" di cui ha parlato il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba in un'intervista al Financial Times: i russi ne hanno lanciate 3.500 sull'Ucraina. "Ci stanno spazzando via", ha detto lui. L'offensiva russa verso Ovest non sarebbe soltanto militare. L'accusa arriva dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante un evento della sua campagna elettorale: "Gli amici di Putin in Europa", ha detto "starebbero cercando di riscrivere la nostra storia e di sabotare il nostro futuro". La Presidente ha fatto riferimento esplicito a partiti come l'AfD in Germania e il Rassemblement National in Francia. Timori per l'avanzata al voto europeo, e non solo, di un fronte che indebolirebbe il sostegno politico a Bruxelles e quello militare a Kiev, arrivano in queste ore da Bratislava, dove gli elettori slovacchi hanno scelto l'ex premier filo-russo Peter Pellegrini come nuovo presidente. Il suo predecessore, l'europeista Zuzana Caputova, non si è ricandidata anche a causa delle minacce ricevute, aveva raccontato lei, proprio dai filorussi.