La russificazione è una pratica che affonda le sue radici nei secoli passati, quando il Principato di Mosca iniziò a espandersi da tutti i lati e soprattutto verso il mare, conquistando e annettendo gli slavi del Sud o piccoli russi come dispregiativamente sono stati a lungo chiamati gli ucraini. La russificazione è un'usanza imperialista che risale agli Zar, lo hanno fatto in Crimea a scapito dei Tatari ad esempio e che poi è stata ripresa dall'Unione Sovietica e da Stalin, che l'ha associata alle purghe e alle deportazioni di massa. Non stupisce che Putin la stia applicando adesso nei territori appena occupati in Ucraina, a Zaporizhzhia, Kherson e Mariupol. Qui a molti residenti mancano ancora l'acqua e la luce ma sono apparsi per le strade grandi maxischermi che trasmettono la televisione russa con la sua propaganda, i passaporti vengono distribuiti facilmente, il curriculum scolastico da settembre sarà in russo, l'ucraino sarà vietato come tante volte è stato vietato in passato, dal 1700 in poi. I russi russificano, lo hanno sempre fatto nella loro storia imperiale che fosse zarista o sovietica e hanno ripreso a farlo. Gli ucraini per effetto di queste diverse ondate di russificazione sono sostanzialmente un popolo bilingue che con la Russia condivide profondi legami storici e culturali, parallelamente però dal 2014 in poi, dalla presa della Crimea e del Donbass, si è andato affermando un fenomeno uguale e contrario: la derussificazione dell'Ucraina. Negli ultimi anni una serie di leggi hanno via via cancellato il russo come lingua ufficiale, anche dove era parlato da un'ampia parte della popolazione come in Crimea, a Kharkiv, Dnipro, Mykolaiv, Odessa o Mariupol e dal curriculum scolastico, ma l'invasione di febbraio e la guerra sembrano aver dato una spinta ulteriore e irreversibile a questa novità per la società ucraina. Le nuove generazioni, insomma verosimilmente, non saranno più bilingue, Tolstoj e Dostoevskij, posto che se li leggano, li leggeranno nella traduzione ucraina. L'aggressività degli imperi si declina sul piano culturale con la conquista linguistica, noi europei lo sappiamo bene visto che in America si parla solo inglese, spagnolo o portoghese, i russi non fanno eccezione. Nella lingua risiede però anche la capacità di resistenza di un popolo, è quello che sta accadendo in Ucraina, il russo da queste parti sembra non avere futuro.