"Questa è anche una questione di fiducia. Se ci sono accuse ne devono rispondere". Con queste parole, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato le dimissioni a catena che stanno travolgendo il suo governo. Una vera e propria bufera politica, dove l'inchiesta per corruzione sulla società statale per l'energia nucleare Energoatom, scuote il Paese e arriva fino ai vertici. Si dimettono la Ministra dell'Energia Svitlana Hrynchuk, il Ministro della Giustizia Herman Halushchenko, coinvolti in un presunto giro di mazzette milionarie che ha investito il settore energetico del Paese. Nel mirino della Procura speciale anticorruzione, una rete criminale che avrebbe riscosso tangenti dai subappaltatori della società statale per l'energia nucleare, costretti a pagare, stando alle indagini, generose somme di denaro per mantenere i contratti di lavoro. I fermati sono cinque in tutto. Fra gli indagati, il fedelissimo collaboratore di Zelensky, Timur Mindich, fuggito all'estero prima che gli venissero formalizzate le accuse. Una situazione che irrompe in un momento certamente non facile per il Paese, come ammesso dallo stesso presidente Zelensky, costretto, insieme a tutta la popolazione, ad affrontare interruzioni di corrente, attacchi russi e perdite di uomini sui confini di guerra. Le truppe di Putin continuano a conquistare terreno sfruttando ogni situazione, come la fitta nebbia che avvolge strade e campi per entrare a Pokrovsk, snodo cruciale nel Donetsk, epicentro di una battaglia che va avanti senza sosta e obiettivo politico simbolico per Mosca, mentre i civili vengono evacuati da cinque villaggi del sud in direzione Zaporizhzhia. Nelle ultime ore le forze di difesa aeree di Kiev hanno riferito di aver abbattuto 90 dei 121 droni utilizzati dal Cremlino. Kiev risponde colpendo i depositi e le raffinerie di petrolio russi. .























