Dopo tre anni di impasse, qualcosa si muove sul fronte diplomatico ucraino, ma bisognerà abituarsi a diversi stop and go nei mesi a venire. Il presidente Donald Trump ostenta ottimismo, stiamo lavorando duramente e penso che stiamo facendo progressi, mentre il Cremlino gela le aspettative. Al momento ci sono ancora molte parole, non c'è chiarezza sui passi da compiere, è prematuro parlare di negoziati. Solo ventiquattro ore fa Zelensky che ha sempre rifiutato un dialogo diretto con Putin, è apparso disponibile ad aprire un colloquio con il leader russo. Mosca da parte sua, non ha escluso una trattativa con il presidente ucraino, anche se continua a definirlo illegittimo. Il primo banco di prova poteva essere tra una settimana alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove arriverà l'inviato del presidente americano Donald Trump, Kate Kellog, che ha messo le mani avanti, discuterò, ma non presenterò alcun piano per porre fine alla guerra. La persona che lo presenterà sarà il Presidente degli Stati Uniti. Così se media russi parlano di preparativi in fase avanzata per l'incontro tra Putin e Trump, che potrebbe avvenire nel corso delle prossime sei settimane, cominciano a filtrare dettagli della proposta americana, tra cui un potenziale congelamento del conflitto, uno status indefinito per il territorio occupato dalla Russia, fornendo allo stesso tempo all'Ucraina garanzie di sicurezza non specificate. Secondo il Wall Street Journal, visto che Trump ha dato al suo inviato cento giorni di tempo per chiudere la guerra, se andasse tutto bene si arriverebbe intorno al venti aprile, giorno di Pasqua che quest'anno coincide per cattolici e ortodossi. Intanto la guerra infuria sul campo. La Francia ha consegnato all'ucraina i primi caccia Mirage 2000, arrivati anche gli F16 dai Paesi Bassi. .