Continua a suscitare polemiche il fatto che la Russia abbia appena assunto la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza ONU. Fatto che ha scatenato l'ira di Kiev che più volte ha esortato gli altri membri ad impedirlo. Durissima la reazione del Presidente Zelenky, che parla di uno schiaffo al mondo e di una vergogna, il completo fallimento delle procedure delle istituzioni mondiali. La turnazione della presidenza dell'organo ONU cambia ogni mese seguendo l'ordine alfabetico dei 15 membri. Se il valore simbolico è importante, certamente dirompente, il potere di influenzare le scelte secondo diversi esperti è poco. È improbabile aggiungono che Mosca condizioni in maniera effettiva l'andamento dei lavori. Resta comunque paradossale che l'organo creato per mantenere la pace e la sicurezza nel mondo venga guidato da un Paese il cui Presidente è destinatario di un mandato di arresto internazionale per crimini di guerra. Ma d'altro canto l'esclusione della Russia dal Consiglio è impossibile senza modificare la carta delle Nazioni Unite, così come è impossibile privarla del diritto di presiedere Consiglio stesso. Quanto al campo l'Ucraina ha annunciato un piano in 12 punti per liberare la Crimea occupata dai russi che prevede innanzitutto lo smantellamento del ponte Kerch crollato in parte a ottobre per l'esplosione di un camion bomba e processi per filorussi e collaborazionisti. L'intelligence britannica nel frattempo ha diramato un un bilancio delle vittime russe. 200.000 sarebbero i morti nella campagna militare in Ucraina, ma molti decessi non sarebbero legati ai combattimenti bensì all'abuso di alcol e all'ipotermia. Intanto è sempre alta la tensione alla Lavra, l'antico Monastero Delle Grotte di Kiev che ospita i monaci ortodossi fedeli al patriarcato di Mosca. Il metropolita vicario Pavel, accusato da Kiev di collaborare con Mosca, è agli arresti domiciliari e la sua casa è stata perquisita.