Da una parte Mosca ribadisce la volontà di sedersi intorno a un tavolo senza precondizioni dall'altra sostiene, per usare le parole del consigliere Nikolai Patrushev, uno degli uomini più vicini al Presidente Vladimir Putin, che Odessa è una città russa e che molti residenti non vogliono stare sotto Kiev. Difficile in queste condizioni ritenere possibile una tregua di tre giorni dall'8 al 10 maggio, come proposto da Mosca in occasione dell'80esimo anniversario della vittoria dell'Armata Rossa sui nazisti nella Seconda Guerra Mondiale. L'ipotesi è già stata respinta al mittente da Kiev, che chiede un cessate il fuoco permanente per potersi davvero sedere intorno a un tavolo a parlare. Un punto questo sostenuto anche dall'amministrazione americana, sempre più spazientita. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato poi a chiedere di non regalare alcun territorio, per porre fine alla guerra, mentre Washington sembra stia valutando la possibilità di riconoscere le regioni occupate da Mosca. Vogliamo tutti che questa guerra finisca in modo giusto, senza regali a Putin, soprattutto terre, ha detto in videoconferenza durante un vertice organizzato in Polonia. Secondo Kiev, le truppe russe starebbero inoltre cercando di ritagliarsi una zona cuscinetto nella regione nordorientale di Sumy, ma senza un successo sostanziale. Mosca insomma tergiversa e guadagna ulteriore tempo. Putin dichiara che bisogna fare di tutto per impedire la rinascita del nazismo al Forum Internazionale dello Stato dell'Unione di Russia e Bielorussia e il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, prevede per il Presidente Zelensky una fine nel modo più triste e ritiene i membri più recenti della NATO, ovvero Finlandia e Svezia, ma anche i Paesi baltici, obiettivi potenziali. Per l'ex Presidente c'è una sola strada da percorrere quella della vittoria e della distruzione del regime neonazista di Kiev. Al di là di una sbandierata volontà di Mosca a trattare, è questo il clima che regna nel 100esimo giorno di Trump alla Casa Bianca. In questo contesto la Commissione Europea fa notare come la Russia potrebbe fermare le uccisioni e i bombardamenti in qualsiasi momento, senza bisogno di aspettare fino all'8 maggio. .