Che sia un salto di qualità nei combattimenti, prima della già tanto annunciata controffensiva o che siano stati gruppi di ribelli russi, provenienti dell'estremismo di destra che puntano al potere, l'attacco di droni che ha colpito Mosca viene liquidato da Kiev come un: "Siamo lieti ma non centriamo nulla". Per Vladimir Putin, che tenta comunque di minimizzare l'accaduto evitando di mostrare una vulnerabilità che non appartiene al suo mito, i fronti sui quali rispondere sembrano aumentare. Tra questi c'è quello dei mercenari della Wagner, in quella che appare come una guerra di nervi tra l'apparato militare russo e di Yevgeny Prigozhin, a capo dei miliziani filo-cremlino. "Ho inviato delle lettere al Comitato investigativo e all'ufficio del procuratore della Federazione Russa, con la richiesta di verificare reati commessi dalla difesa durante la preparazione e durante lo svolgimento dell'operazione militare speciale", ha infatti affermato Prighozhin non nuovo a rivolgere pesanti accuse contro i vertici delle forze armate russe, anche se è il gruppo Wagner a dover rispondere per primo, a livello internazionale, di crimini di guerra e di atrocità. In tutto questo si muove il fronte diplomatico occidentale, con Kiev che intanto denuncia come più di 27mila civili ucraini siano attualmente detenuti in Russia. Tra poche ore in Moldavia si terrà infatti il secondo vertice della comunità politica europea, che di fatto, avvicina alla UE la nazione stretta tra la Romania e l'Ucraina e che teme di divenire terra di conquista per la Russia.