Un campo lungo con i soldati ucraini arresi che camminano verso il pullman, sullo sfondo le acciaierie Azovstal, che hanno difeso strenuamente per oltre due mesi. Le due parti di questa guerra ci sanno fare con le immagini e la propaganda e questa volta è il turno dei russi, che per celebrare il proprio successo e la caduta di Mariupol, hanno ripreso i nemici del Battaglione Azov in tutte le fasi della loro resa, mentre gli venivano controllati i tatuaggi, mentre venivano perquisiti i loro zaini, i feriti che vengono caricati nelle ambulanze, gli altri sui bus scortati da un mezzo militare russo, destinazione la Repubblica Popolare di Donetsk, cioè terra russa nella sostanza. Sul loro destino c'è ancora la massima incertezza, anche perché anche l'Ucraina ha la sua propaganda. Il comando supremo ha dato ufficialmente l'ordine di arrendersi ai propri soldati solo perché la missione di bloccare i russi era stata compiuta. L'Ucraina peraltro non conferma quanti siano ancora i soldati nella fabbrica, di certo ci dovrebbero essere i *** Azov, ma dice che vuole i suoi eroi vivi e non morti e che per i soldati evacuati continuerà, come da accordi, la trattativa per uno scambio di prigionieri che sembra quanto mai in bilico. La Russia infatti ha in preparazione una legge che vieta lo scambio di prigionieri per i criminali nazisti del Battaglione Azov che la Corte Suprema dovrebbe dichiarare organizzazione terrorista la prossima settimana. I prigionieri dell'Azovstal potrebbero quindi essere processati e addirittura giustiziati, anche perché la loro cattura agevola grandemente la retorica putiniana sulla denazificazione dell'Ucraina, visto che sono loro per Mosca gli autori del genocidio dei russi in questi 8 anni di guerra in Donbass e dell'eccidio dei filorussi a Odessa nel 2014 che più volte ricorre nei discorsi di Putin, che con la presa di Mariupol, può vantare la conquista di un altro obiettivo strategico, la creazione del corridoio territoriale con la Crimea, a questo si aggiunge la conquista della regione di Cherson che consente di tornare a fornire l'acqua che l'Ucraina aveva tagliato alla Crimea nel 2014 e quella di gran parte della regione di Zaporizhzhia, la terra natia dei cosacchi ucraini, non solo. Alla conquista totale della regione di Lugansk manca solo uno spicchio di terra con la città di Severodonetsk assediata da settimane. Conclusa l'avanzata su quel fronte, su cui la pressione militare resta altissima, mancherà solo la regione di Donetsk, dove potranno concentrarsi i battaglioni non più impegnati a Mariupol. A quel punto la difesa dei russi del Donbass sarebbe compiuta. In sintesi la presa dell'Azovstal sembra una buona notizia per Putin e pessima per gli ucraini, che vedono scalfito il mito dei loro invincibili combattenti, e forse non a caso, non pronunciano mai la parola resa. Che notizia sia per i cittadini di Mariupol è difficile dirlo. Dopo mesi di assedio e di distruzione totale in città restano solo 100.000 abitanti e per loro, vista la mancanza di infrastrutture, anche le più basilari, si prospettano problemi sanitari maggiori come epidemie di colera o di dissenteria.























