Le bandiere gialle e blu issate nei paesi liberati dai russi risollevano il morale disperato della guerra. Il Presidente Volodymyr Zelensky condivide e rilancia sui Social le immagini girate dai soldati che nella regione di Kharkiv strappano i manifesti della propaganda, dopo 200 giorni di invasione russa. Le forze armate ucraine annunciano di aver raggiunto il confine con l'aggressore al valico di Optiva, nella regione di Kharkiv. Mentre i russi hanno lasciato anche Svatove nel Lugansk. Mosca ammette il ritiro quasi totale delle truppe dalla Regione meridionale del Paese ma con il buio iniziano a suonare le sirene in tutta l'Ucraina. Dal Mar Nero piovono missili. Gli equilibri mutati rendono questo momento delicato e così arriva la chiamata di Emmanuel Macron a Vladimir Putin, i toni restano alti a partire dalla centrale nucleare di Zaporizhia, gli attacchi ucraini sulla struttura potrebbero avere conseguenze catastrofiche secondo Putin, definito un bugiardo dal Ministro degli esteri di Kiev, Kuleba. Sulla centrale i due Paesi si sono lanciati reciproche accuse Zaporizhia è ora chiusa e Macron ha chiesto a Putin di ritirare le armi secondo la comunicazione dell'Eliseo, dal Cremlino si legge che Putin ha accusato l'esercito ucraino di aver colpito con armi occidentali infrastrutture civili nel Donbass tra complessi interventi diplomatici e propaganda, i bombardamenti continuano a distruggere l'Ucraina uccidendo i suoi abitanti. Così come accade a Nikolaev. "Tutte le città dell'Est saranno riconquistate", è la dichiarazione del Comandante ceceno Kadyrov, con una critica al Ministero della Difesa Russo per aver ritirato le truppe. "Troppo presto per parlare di una ritirata", l'avvertimento di Biden. L'imprevedibilità della guerra trova conferma nella disperazione di un uomo di 75 anni tra le macerie di Pokrov nel Donbass.























