"Ecco qui il nostro ospite, lo ringrazio molto, Alexander Nevzorov. Non è facile, non è una scelta semplice per un giornalista". "Buongiorno!". "Buongiorno a lei Alexander, buongiorno. Essere un giornalista d'opposizione in Russia, e non è facile neppure raccontare quello che succede nel vostro Paese. Allora, Alexander Nevzorov è un giornalista d'opposizione, un ex parlamentare. Intanto la ringrazio davvero per aver accettato il nostro invito e le chiedo di raccontarci proprio questo: la difficoltà che avete nel raccontare questa guerra e poi le chiederò anche se stiamo sbagliando qualcosa in questa narrazione". "In Russia al momento non c'è più giornalismo. Di fatto sono state chiuse tutte le redazioni professionali, professionistiche, a partire da Echo Moskvi fino al canale televisivo Dozhd e fino ad arrivare alla Novaya Gazeta. Non si può avere un altro punto di vista, oltre al punto di vista dei propagandisti di Putin. Non esiste proprio. Tutti coloro che hanno avuto e che hanno l'onestà e il coraggio di raccontare questa guerra, si trovano o in carcere oppure sono stati cacciati al di fuori della Russia e si trovano di fatto in esilio. Se si racconta qualunque verità sulla guerra, è molto semplice, in Russia questo significa 15 anni di carcere pesante, carcere duro. Questo è stato inserito nei nuovi articoli del codice penale e che proprio mirano a chiudere, ad evitare qualunque verità sulla guerra e sui crimini di guerra di Putin e del suo esercito". "Alexander, quindi questo significa sostanzialmente che la gente, il popolo russo non è informato, perché se non lo fate voi e chiaramente i canali che hanno sono sempre meno, sempre meno accessibili soprattutto per i cittadini russi. È forse dovuto a questo il fatto che la popolarità di Vladimir Putin e il consenso del Presidente della Federazione Russa sia mai così alto come in questo momento, in Russia?". "Sì, certamente. Perché ad esempio, voi in Italia lavorate in maniera professionale e probabilmente nel lavorare in questa maniera così professionale, non avete neanche idea di quali enormi quantità di soldi vengano gettati nella propaganda in Russia, proprio investiti per la propaganda. Si può comprendere e si può constatare che sempre qualunque fascismo, e in questo momento in Russia c'è questo fascismo, e qualunque mancanza di obiettività significa fascismo in Russia, lo saprete che l'obiettivo è portare la popolazione alla povertà e ci sono dei leader sadici fondamentalmente nello Stato, questo è fascismo. E questo significa che la popolazione, la popolazione che si trova in una condizione che forse non potete neanche immaginare, non potete immaginare che cosa significhi la Russia profonda. 120-130 milioni di persone in Russia vivono, no nelle grandi città, ma in questa Russia profonda. Lei riesce ad immaginare quante persone in Russia sono senza i sistemi di fognatura? Lei riesce a saperlo, ad immaginarlo?". "No, onestamente no". "40 milioni di famiglie. 40 milioni di famiglie che utilizzano come toilette, come bagno delle piccole catapecchie fuori, oppure delle buche nel terreno. Penso che non servano altre immagini, altre illustrazioni per spiegare il livello di vita e qual è il livello anche intellettuale di queste persone. Certo, noi possiamo portare qualunque popolo al fascismo, qualunque popolo lo si può rendere fascista, quando le uniche cose di cui si sente parlare sono una guerra aggressiva e la gioia del fatto che vengono uccisi molti soldati, molte sono le violenze, noi sappiamo che molti, molti popoli anche civili sono stati sottoposti a questa epidemia del fascismo in passato. In Russia le proteste sono state praticamente soffocate, sono scomparse le persone che si orientano verso l'Europa, verso il concetto europeo di mondo e di civiltà. Si è fatto di tutto per eliminarle, per soffocarle. E voglio anche spiegarvi come la stampa sia stata soffocata. Di fatto tutti coloro che avevano proprie opinioni, sono stati definiti agenti stranieri. Tutti coloro che cercavano di dare una propria opinione, un proprio punto di vista". "Alexander, allora sulla base di questo che lei mi sta raccontando, le voglio chiedere: lei dove trova la forza e il coraggio per continuare a fare il suo lavoro, lei non ha paura? Per sè e per la sua famiglia?". "Cara amica mia, vede se si ha paura... beh, bisogna scegliere un'altra professione. Io ero pronto a svolgere qualunque ruolo, ma non ero pronto a servire il fascismo, né a lavorare per il fascismo, né ad eseguire gli ordini. Ordini che secondo me sono ordini criminali e tra l'altro che sono anche proprio mortali, fatali per la stessa Russia. È chiaro, la guerra verrà vinta dall'Ucraina, è chiaro che come conseguenza di tutte queste uccisioni di massa, di questo incubo, di questa violenza e di questa distruzione totale della vita, la prima vittima sarà la stessa Russia. La Russia che probabilmente crollerà e attraverserà un suo incubo. Per quanto riguarda me, io ho scelto, ho fatto la mia scelta in maniera molto consapevole, io in Russia sono appunto accusato e rischio 15 anni di carcere, semplicemente perché ho detto la verità, ho raccontato la verità sui bombardamenti, sui bombardamenti a Mariupol in quell'ospedale pediatrico e per la maternità, e perché ho parlato proprio di questi bombardamenti, della necessità di indagini, di ricerche. Ma in Russia si richiede solo una cosa: di fare riferimento a quello che dice il Ministero della Difesa della Federazione Russa". "Senta Alexander, io vorrei chiederle ancora un'altra cosa importante: secondo lei, sulla base delle cose che mi sta dicendo, sulla scarsità di informazioni che ci sono in Russia, sul controllo dei media da parte di Putin e appunto, del suo staff e comunque in generale del potere russo, è possibile che i russi possano rovesciare Putin, possano rovesciare il suo comando e poter appunto, ottenere una sorta di, mi faccia dire, golpe, di colpo di Stato nel Paese?". "No. Io penso che sia poco probabile un colpo di Stato, perché l'intera Russia vive ormai nella paura, è paralizzata. E il potere russo significa veleni, avvelenamenti, uccisioni e significa anche morti misteriose, come sono quelle recenti di tutta una serie di manager che erano responsabili di grandi aziende di Stato. Sempre ancora, potere russo significa violenza, ci sono persone che magari se per un qualche motivo il potere non vuole uccidere, beh le può mettere in carcere. Quindi, è piuttosto tutto chiaro su quelle che sono, che è la situazione mostruosa adesso in Russia". "Alexander, ho ancora un paio di domande per lei. Innanzitutto, volevo sapere che cosa ne pensa di quella dichiarazione di Papa Francesco quando ha detto sostanzialmente, non per giustificare quello che Putin ha fatto e i russi hanno fatto e stanno facendo in Ucraina, ma ha detto: forse la NATO ha abbaiato troppo vicino alle porte di Mosca. Lei è d'accordo su questo? È probabilmente una delle ragioni anche di tutta questa ferocia?". "La NATO non ha alcuna responsabilità. Sapete cos'è? Questa è una malattia psichica che ha la Russia. Che paura deve fare la NATO? La NATO è un simbolo di civilizzazione, di civiltà e di sicurezza. La NATO non minaccia nessuno. La NATO è una sorta di scudo del mondo civilizzato, non è un'organizzazione aggressiva, offensiva. Non rappresenta in alcun modo, in uno Stato che davvero segue le leggi, che è uno Stato veramente democratico e che punta allo sviluppo e al conservare la vita, per uno Stato così la NATO non rappresenta assolutamente una minaccia. Vediamo, voi siete circondati anche di Paesi della NATO e nessuno ha paura, insomma". "Alexander l'ultima domanda per lei, e la ringrazio davvero tanto per la sua testimonianza e per il lavoro che sta facendo. Lei immagino non sia più in Russia, giusto? Per poter parlare così. Non le chiedo dov'è, ma mi dica soltanto se non è più in Russia". "No, non sono in Russia. Ho capito, ero molto consapevole che o dovevo rimanere in silenzio o essere sottoposto a rischi enormi e quindi, di conseguenza ho deciso di lasciare il mio Paese perdendo tutto, perdendo un po' tutte le possibilità e le basi per vivere, ma grazie anche ai Paesi Occidentali, all'Europa qui, grazie a voi riuscirò a rimanere vivo e a continuare a lavorare. Penso che l'Europa finora abbia fatto un errore. Innanzitutto, l'Europa deve agire, deve cercare di agire sulla liberazione di tutti quei giornalisti che in Russia ora sono in carcere, deve fare influenza, influenzare il fatto che la possibilità di fare qualcosa all'interno della Russia diventi realtà, allora sì, perché in Russia ci sono giornalisti straordinari, professionisti bravissimi e la Russia è in grado, questi giornalisti sarebbero in grado di influenzare l'opinione pubblica. Quindi bisogna fare in modo che i giornalisti che sono stati arrestati, che sono in carcere, che sono stati privati della possibilità di lavorare, diventino un tema serio, una delle richieste forti che l'Europa fa nei confronti di questa autorità russa folle, che non si può in questo momento cambiare, ma l'Europa deve sollevare questo tema". "Un giusto appello. Io la ringrazio per averlo affidato alle nostre telecamere. Grazie davvero Alexander Nevzorov, giornalista d'opposizione russo. Grazie davvero, buon lavoro, buona fortuna innanzitutto, a lei e alla sua famiglia". "Grazie, grazie a voi".























