Il lutto e la rabbia. A Samara, in Russia, nella città di provenienza della maggior parte dei militari uccisi a Makiivka, è stata organizzata una manifestazione di cordoglio per gli uomini che hanno perso la vita in uno dei più incisivi attacchi della controffensiva ucraina: 63 per Mosca, 400 per Kiev. Una cerimonia a cui hanno preso parte circa 200 persone che hanno espresso critiche nei confronti dell'esercito, che non hanno nascosto le proprie emozioni e le proprie paure. Quasi tutti i militari uccisi erano riservisti che erano stati mobilitati. Manifestazioni che si sono tenute anche in altre città. Perdite e difficoltà che fanno temere come conseguenza un nuovo attacco da parte della Russia che potrebbe colpire, secondo Kiev, da Est a Nord. L'allarme aereo è scattato nelle regioni orientali del Paese, mentre sembra complicata l'avanzata delle truppe di Mosca a Bakhmut, come ammette la stessa Brigata Wagner. L'Ucraina si prepara ad una nuova, possibile, offensiva da parte di Mosca, che dall'inizio del nuovo anno ha lanciato sul Paese più di 80 droni di fabbricazione iraniana. Droni intercettati ed abbattuti dalle forze antiaeree di Kiev. E mentre viene smentita la riconquista dell'isola vicino al delta del fiume Dnipro, le autorità ucraine rivelano la scoperta di altre 25 stanze della tortura a Kharkiv, recentemente liberata dopo mesi di occupazione russa. Intanto, sul piano diplomatico, dopo aver ribadito il sostegno dei 27 all'Ucraina e una tranche di aiuti pari a 18 miliardi di euro, è stato fissato per il prossimo 3 febbraio il verde Unione Europea-Ucraina, che potrebbe tenersi a Kiev.