Non solo grano ma anche burro, olio di semi di girasole, costo dell'energia e del trasporto; per l'industria della panificazione e della pasticceria la guerra in Ucraina è un duro colpo, che si aggiunge alla tendenza negativa dello scorso anno. L'emergenza mondiale colpisce l'Italia che importa il 64% del proprio fabbisogno di grano tenero per la produzione di pane, biscotti e bakery in generale; il raddoppio del costo di buona parte delle materie prime, la difficoltà di approvvigionamento si traducono inevitabilmente in un aumento dei prezzi per il consumatore. "Il grano tenero stiamo parlando di incrementi, rispetto a due anni fa, di quasi il 100%, 90-100% e nelle ultime settimane stiamo parlando di un incremento intorno al 50%. Tutti gli oli vegetali sono schizzati alle stelle, con prezzi quasi triplicati per chi li trova; l'olio di semi di girasole in realtà la visibilità sugli stock è limitatissima." La carenza di materie prime ha fatto sì che le industrie corressero ai ripari. "E noi siamo dovuti intervenire sulle ricette proprio perchè la mancanza della materia prima ci ha imposto delle soluzioni alternative con altri oli vegetali." Il corridoio umanitario aperto dalla Russia nel porto di Mariupol ha consentito lo stoccaggio di 19,4 milioni di tonnellate di grano circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti per questa stagione fa sapere Coldiretti; Russia e Ucraina rappresentano insieme circa il 28% delle forniture mondiali di grano. "E noi non abbiamo nemmeno l'idea di quanto saranno i prezzi di domani perché, perché diremo che ogni settimana qua sentendo e avendo i rapporti coi fornitori ti dicono il prodotto non ce n'è, E se ce n'è costa tot di più." Per il consumatore finale le alternative sono poche, Infatti nonostante parte dei costi siano stati assorbiti dai produttori e dalla grande distribuzione, gli aumenti si aggirano attorno al 30% su tutto il comparto.























