Sui negoziati mi fido di Meloni, ci aiuterà, Zelensky lo dice prima ancora di entrare a Palazzo Chigi, dove il faccia a faccia con la Presidente del Consiglio dura un'ora30. Una frase che da un lato riconosce il ruolo della premier nei rapporti con Trump, e dall'altro suona come una richiesta di sostegno per convincere il Presidente americano a mostrarsi più clemente con Kiev. È proprio lui che Zelensky replica lasciando l'hotel in cui si è fermato a Roma, laddove Trump, mette in dubbio la solidità democratica dell'Ucraina per la lunga assenza di elezioni il Presidente ucraino ribatte di essere sempre pronto a tornare al voto, scambi che tradiscono la fragilità dell'attuale rapporto con la Casa Bianca. Con Meloni vengono passati in rassegna tutti e 20 punti del piano di pace nella versione rielaborata insieme ai leader europei. Tutti sanno che la fase delicata, la premier insiste sulla necessità che le resti compatta e allo stesso tempo mantenga gli Stati Uniti pienamente coinvolti. Nella nota ufficiale si sottolinea l'importanza di raggiungere un'unità di vedute, fondamentale per assicurare a Kiev robuste garanzie di sicurezza, ma anche evitare che l'Europa si ritrovi a sua volta scoperta. Parallelamente occorre mantenere alta la pressione su Mosca affinché accetti di sedersi al tavolo dei negoziati in buona fede. Zelensky definisce eccellente l'incontro, Meloni ribadisce che l'Italia continuerà a fare la sua parte. Tra loro sullo sfondo resta Trump con i suoi ultimatum, e una pace che al momento sembra ancora difficile da afferrare. Andrea Bonini, Sky TG 24. .























