L'Italia non può essere considerata una possibile garante del processo di pace, né un'intermediaria onesta nel conflitto in Ucraina. Parole nette di chiusura che suonano come una risposta a quelle pronunciate qualche giorno fa del premier Meloni, che aveva affermato: l'Italia è pronta a farsi garante di un eventuale accordo di pace. Parole pesanti quelle pronunciate dalla portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che spiega: alcuni Paesi si dicono disponibili sinceramente a partecipare alla risoluzione della crisi ucraina, altri perseguono i propri obiettivi egoistici ed è strano per noi, aggiunge, ascoltare proposte di mediazione da Paesi che fin dall'inizio dell'operazione militare speciale, hanno assunto una posizione anti-russa inequivocabile e molto aggressiva, ed è noto che l'Italia insieme a una vasta gamma di armi e attrezzature militari, conclude, fornisce a Kiev mine antiuomo. Mediazione sembra comunque essere la parola del giorno, quella rifiutata e quella sussurrata in riferimento al nuovo tentativo del presidente turco Erdogan, mentre tra le parti in conflitto, la guerra di nervi e dichiarazioni non si ferma. E così il presidente Putin annuncia che la fregata russa Gorshkov, partita per una missione in Atlantico, Oceano Indiano e Mediterraneo, ha a bordo anche un sistema per missili ipersonici che, ha detto, non hanno pari al mondo. E da parte ucraina non si sta a guardare. In un'intervista, il capo dell'intelligence di Kiev, ha annunciato una seria offensiva in primavera, con l'obiettivo di liberare l'intero territorio. Previsti aspri combattimenti, anche in Crimea e nel Donbass.