Si potrebbe dire che collaboriamo. Spiega così, l'intelligence ucraina, i contatti con i gruppi ribelli che hanno attaccato il distretto russo di Bolgorod e che ora si mostrano per confermare le operazioni, spingendosi un po' più in là con le loro rivelazioni. Riceviamo dagli ucraini medicine e carburante e ovviamente un caloroso sostegno, afferma Denis Kapustin comandante del corpo dei volontari russi, considerato dal Cremlino un terrorista e da varie organizzazioni indipendenti il punto di contatto con l'estrema destra internazionale. Kapustin spiega, inoltre, come i rapporti con Kiev siano decisamente più stretti di quelli finora ammessi per la pianificazione degli attacchi. Paramilitari russi questi che, secondo quanto ricostruito da diverse inchieste giornalistiche, provengono dalla galassia suprematista bianca, mischiando nazionalismo etnico ed aperto neonazismo e che, soprattutto, poco rivelano dei cospicui finanziamenti che dimostra di avere e dei mezzi militari, alcuni di provenienza occidentale che raccontano di aver acquistato al mercato nero. Parole che stridono però con quelle degli 007 ucraini, che per ora ammettono solo lo scambio d'informazioni. Il gruppo di Kapustin ha già rivendicato un attacco nella regione russa di Bryansk lo scorso marzo. Il Dipartimento di Stato americano ha preso le distanze dalle operazioni di queste organizzazioni, mentre il Ministero della Difesa russo promette risposte durissime. Intanto Jens Stoltenberg tenta di riequilibrare quelle che definisce diverse opinioni, in seno all'Alleanza Atlantica, della quale è segretario generale, affermando che diventare membri NATO nel bel mezzo di una guerra non è un tema in agenda e chiudendo, di fatto, all'ingresso proprio dell'Ucraina. Ucraina che lancia i suoi droni contro una nave russa nel Mar Nero, di pattuglia ai gasdotti presenti, con Mosca che rivendica di aver sventato l'attacco.