Sono state le azioni della NATO guidata dagli Stati Uniti che hanno gradualmente provocato questo conflitto e che se ne stanno approfittando per mantenere la propria egemonia. Mentre il Presidente Xi Jinping parla di nuovo con i leader europei Macron e Scholz, esprimendo grande preoccupazione per quanto sta succedendo in Europa e promettendo un impegno concreto della Cina per risolvere la crisi e chissà, magari anche con Putin, in modo più riservato però, senza annunciarlo pubblicamente, il portavoce ufficiale del governo cinese, Zhao Lijian, ribadisce i presupposti da cui Pechino intende partire se e quando deciderà di intervenire per una mediazione, che a questo punto, non potrà che essere decisiva. La responsabilità di quanto sta accadendo è dell'Occidente dunque, che ha ignorato le legittime preoccupazioni della Russia. Il portavoce del Governo ha poi ribadito le accuse a Washington di operare laboratori segreti in Ucraina. Gli USA ne gestiscono direttamente oltre 300 nel mondo, di cui una cinquantina in Ucraina, dicano dove sono e cosa ci fanno. Nessuna condanna ufficiale dunque, come continuano a chiedere gli USA, prima di passare ad una richiesta ufficiale di mediazione, ma qualcosa si muove. A Mosca l'ambasciatore cinese ha avuto un lungo colloquio con il viceministro degli Esteri russo Igor Morgulov, mentre a livello diplomatico più alto con l'ONU si è finalmente sbloccata l'annosa vicenda della visita ufficiale nello Xinjiang di Michelle Bachelet, l'Alto Commissario per i Diritti Umani. La visita avverrà in maggio e Pechino ha garantito, come richiesto dall'ONU e sin qui rifiutato dalle autorità cinesi, accesso illimitato e diretto anche ai cosiddetti centri di rieducazione per la popolazione di etnia uigura.























