con l'Ucraina. Parole che Donald Trump pronuncia ai microfoni della ABC in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca e aggiunge, direi che è più facile trattare con lui che con Zelensky. Non nasconde Trump il proprio disappunto nei confronti del presidente ucraino, forse sintomo di frustrazione per non essere riuscito a raggiungere un accordo prima della scadenza dei 100 giorni e di tempo ora non ce n'è più. Lo dice Marco Rubio, siamo pronti ad abbandonare il ruolo di mediatori se da Russia e Ucraina non arriveranno proposte concrete. E non basta certo la proposta russa di un cessate il fuoco di tre giorni. Trump, cui spetta comunque l'ultima parola, vuole ottenere una tregua duratura e completa e la fine del conflitto. Ipotesi ancora troppo lontana, sia se si ascoltano le dichiarazioni del portavoce del Cremlino Peskov, in Ucraina dobbiamo vincere, sia se si guarda a quanto accade sul campo nel Kursk, che Mosca non più di due giorni fa aveva dato per liberata, ancora si combatte. Stessa situazione nell'area di Sumi e nel Donetsk in Donbass, con 100 attacchi nella notte. Mentre continua a far rumore la storia di Victoria Roshchyna, reporter freelance ucraina, fatta prigioniera nei territori occupati due anni fa, e morta sotto custodia russa. Il corpo, restituito alla famiglia lo scorso febbraio, è stato riconosciuto solo grazie all'esame del DNA. L'autopsia ha evidenziato inequivocabili segni di torture. A quel corpo mancavano diversi organi interni, il cervello, gli occhi, parte della trachea, forse è il sospetto, per nascondere prove che Vittoria sia stata strangolata o soffocata. Fina Esposito, nascondere prove che Victoria sia stata strangolata o soffocata. .