Un incontro durato un'ora e mezza quello tra i Presidenti Putin ed Erdogan, tenutosi ad Astana, capitale kazaka, durante il quale non è stata affrontata la questione di una possibile risoluzione al conflitto ucraino, anche perché, la tensione tra Russia e Ucraina è altissima e qualsiasi spiraglio negoziale è illusorio. La stessa Ankara non ha riconosciuto gli esiti dei referendum organizzati da Mosca, definendoli: un ostacolo per qualsiasi trattativa. Altri comunque erano gli obiettivi del Presidente russo ad Astana, altri i segnali che Mosca voleva dare. Soprattutto rinsaldare agli occhi del mondo, il suo solido legame con la Turchia. A tenere banco la questione energetica e i legami commerciali. Putin insiste per rendere la Turchia l'hub energetico attraverso cui smistare il gas diretto verso l'Europa. L'idea del Presidente russo, è creare un'alternativa alle rotte attuali, visti anche i problemi riportati dai gasdotti del baltico. Cosa che consentirebbe a Mosca di tenere l'Europa sotto scacco, garantendo contemporaneamente a Erdogan e all'Europa stessa, il gas di cui hanno bisogno. Il piano prevede in pratica di svuotare il Nord Stream e rifornire l'Europa attraverso la Turchia, che vanta una posizione strategica e soprattutto un rapporto privilegiato con la Russia. I due Presidenti si sono incontrati per 4 volte negli ultimi 4 mesi e il ruolo di mediazione della Turchia è già stato sperimentato, sia per le trattative riguardo al corridoio del grano, che per lo scambio di ostaggi tra Russia e Ucraina. Rimangono da capire le modalità di questa ennesima mossa di Putin e i suoi risvolti.