La minaccia neanche troppo velata è quella di distruggere il centro di Kiev con il più potente dei missili russi. Vladimir Putin, durante una visita in Kazakistan, ha spiegato che la Russia ha iniziato la produzione in serie dei missili Oreshnik, i paurosi missili balistici ipersonici che abbiamo visto all'opera la settimana scorsa contro una struttura militare a Dnipro e che Putin stesso ha paragonato per potenza agli ordigni nucleari. Attualmente, ha spiegato il presidente, lo Stato maggiore dell'Esercito sta selezionando gli obiettivi da distruggere in Ucraina con il nuovo potentissimo missile e questi obiettivi potrebbero essere strutture militari dell'Industria della difesa ma anche i centri decisionali a Kiev, finora sempre risparmiati. Putin ha anche spiegato che il potente attacco russo della notte contro le infrastrutture energetiche ucraine, 90 missili e 100 droni, è stata la risposta russa ai continui attacchi sul territorio della Federazione da parte dei missili Atacms, per Putin sono state colpite anche 17 installazioni militari e la Russia continuerà a rispondere ad ogni attacco ucraino con missili forniti dai Paesi occidentali. Intanto in due giorni sono piovuti 100 missili e 466 droni. L'effetto è stato che oltre un milione di famiglie sono rimaste senza corrente elettrica, tra l'altro molte di queste nell'ovest del paese a migliaia di chilometri dalla linea del fronte, in tutto hanno subito danni per 13 regioni ucraine. Stando al presidente Zelensky Mosca avrebbe utilizzato in questi attacchi le bombe a grappolo con l'effetto di minare le strutture colpite rendendo più difficili le riparazioni. La Russia sembra tenere molto ai missili occidentali a lungo raggio forniti a Kiev, tanto che Putin ha fatto presente, sempre dal Kazakistan, che Mosca sa esattamente quanti sistemi d'arma ha il nemico, quanti missili occidentali sono stati forniti all'Ucraina e quanti devono essere forniti e dove si trovano esattamente. È chiaro che l'obiettivo sia distruggerli tutti. E non è un caso che la Germania abbia appena offerto alla Nato di schierare i sistemi di difesa aerea Patriot in Polonia da gennaio per aiutare a proteggere le linee di rifornimento di armi e munizioni all'Ucraina.