Zelensky incontrerà Joe Biden questo mese per presentare agli Stati Uniti il piano di vittoria ucraino per porre fine alla guerra. A dirlo lo stesso presidente ucraino che ha poi annunciato il ritorno in patria di 49 prigionieri, tra cui 23 donne e alcuni eroi delle acciaierie Azovstal di Mariupol e anticipato che ci sarà una nuova conferenza di pace a novembre con la Russia invitata. Poi Zelensky ha accusato l'occidente di aver paura solo a parlare della possibilità di abbattere missili e droni russi che prendono di mira l'Ucraina nonostante stia aiutando Israele a farlo, la Gran Bretagna intanto definisce prive di fondamento le accuse russe a sei diplomatici dell'ambasciata cui Mosca ha tolto l’accredito con l’accusa di spionaggio, sembrerebbe questa la prima reazione russa per far salire la tensione in vista dell'incontro a Washington tra il primo ministro britannico Starmer e Joe Biden, nel quale potrebbe essere presa la decisione sul via libera da dare a Kiev, richiesto incessantemente da Zelensky per utilizzare le armi occidentali a lungo raggio contro obiettivi militari in Russia, la questione per Mosca è talmente delicata da necessitare un intervento diretto di Vladimir Putin che ha precisato come permettere all'Ucraina di colpire direttamente in Russia con queste armi equivalga alla diretta partecipazione dei Paesi NATO al conflitto in Ucraina. Putin traccia dunque una linea rossa prospettando quello che tutte le cancellerie occidentali temono dall'inizio della guerra e cioè un'escalation e un confronto diretto fra la NATO e la Russia, nelle stesse ore il premier britannico Starmer, prima di incontrare Biden, ha rilasciato dichiarazioni inequivocabili su quale sia la linea dell'occidente, la Russia ha iniziato il conflitto invadendo illegalmente l'Ucraina, la Russia può fermare la guerra immediatamente. La Gran Bretagna sembra dunque orientata a concedere l'uso delle proprie armi contro la Russia, che gli Stati Uniti si decidano a farlo è tutto da vedere, soprattutto dopo le parole di Putin.