Poi solo il silenzio e le macerie fumanti. Kiev si prepara a resistere ancora dopo uno degli attacchi più violenti degli ultimi mesi. Centinaia di droni e missili, oltre 430, secondo il presidente Zelensky, si sono abbattuti sulla capitale e su diverse regioni del paese. Un attacco malvagio lo definisce il presidente, che la descrive come un'azione deliberatamente calcolata per causare il massimo danno ai civili e alle infrastrutture. Tre ondate. I radar registrano oltre 120 droni diretti su Kiev, mentre decine di missili vengono lanciati verso il resto del paese. I grattacieli colpiti nella capitale diventano torce alte decine di metri. E mentre Kiev conta i danni, da Mosca arriva un'altra versione con cui accusa l'Ucraina di aver attaccato con otto droni la centrale nucleare di Novovoronež, mentre la FSB annuncia di aver sventato un attacco terroristico contro un alto funzionario. Intanto sul fronte orientale la situazione è grave. Zelensky parla di un possibile ritiro da Pokrovsk, nell'oblast Donetsk. La cosa più importante per noi sono i nostri soldati, dice. Mosca avanza anche in direzione di Dnipro-Petrovsk, mentre la difesa aerea di Kiev rivendica l'intercettazione di oltre 200 droni. Non semplifica l'atmosfera allo scandalo corruzione che ha travolto due ministri e i vertici Energoatom, tanto che la FMI chiede certezze nella lotta contro la corruzione. .























