Si riaffaccia l'incubo del disastro nucleare in Ucraina. La regione di Zaporizhzhia nelle ultime 24 ore è stata bersaglio di una pioggia di droni che hanno fatto almeno sei vittime e colpito per la prima volta dall'inizio del conflitto direttamente la struttura di contenimento del reattore sei della centrale nucleare di Zaporizhzhia, senza creare fuoriuscite radioattive. Ed è il rimpallo di responsabilità tra Mosca e Kiev per attacchi definiti della AIEA assolutamente vietati e irresponsabili. A Mosca parla il portavoce del Cremlino Peskov e definisce l'attacco una provocazione molto pericolosa, un atto di terrorismo nucleare. Mentre Kiev accusa la Russia di intensificare la campagna di provocazione e falsità. Ma dall'AIEA arriva il monito sul disastro nucleare e sull'episodio Rafael Grossi, a capo dell'agenzia internazionale per il nucleare non fa sconti: attacchi sconsiderati alla centrale aumentano significativamente il rischio di un grave incidente nucleare e la questione sarà presto sul tavolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rilanciata dall'ambasciatore russo. Sul paese, oltre il disastro nucleare, aleggia l'incubo della disfatta. A parlarne apertamente ancora una volta il presidente Zelensky, che ribadisce: senza il via libera del congresso americano al nuovo pacchetto di aiuti militari la guerra è persa. Si combatte duramente in Donbass, dove ogni chilometro conquistato o perso è ago della bilancia per tutta la guerra. E si surriscalda anche il potenziale fronte di scontro tra Nato e Russia sul Mar Baltico. La Germania manda i primi di 4.000 uomini in Lituania per sventare un potenziale attacco. E si infiammano anche le acque del Mar Baltico: nell'enclave russa di Kaliningrad, dove secondo l'intelligence di Kiev, una nave russa è stata data delle fiamme.