I negoziati per l'Ucraina sono una guerra di nervi, tra giochi di sponda e pressioni incrociate. Putin non ha respinto il piano americano, dice il Cremlino, ma solo alcuni dei suoi punti. Un eufemismo. Gli elementi rigettati sono infatti quelli essenziali, riguardano la cessione dei territori e le garanzie di sicurezza per Kiev. Mosca non arretra di un passo, convinta che il tempo giochi a suo favore, normal life with the United States of America frankly instead of you knowing Gli inviati americani Witkoff e Kushner tornano negli Stati Uniti facendo saltare l'incontro con Zelensky, forse proprio su pressione dei russi. Gli ucraini sono comunque invitati a tornare in Florida già nelle prossime ore per riprendere i colloqui. Con una stampella, quella americana, sempre traballante, Kiev si appoggia all'altra. Umerov ha avviato consultazioni con i partner europei e NATO a Bruxelles, ponendo sempre l'accento sul fatto che garantire la sicurezza dell'Ucraina significa garantire la sicurezza dell'Europa tutta. Avanti con la fornitura di armi a Kiev e con le sanzioni alla Russia, assicura il Segretario Generale della NATO Rutte. Marco Rubio, che nell'amministrazione Trump è il più filo-ucraino o il meno filo-russo, assicura che Washington sta lavorando per garantire che l'Ucraina non venga mai più invasa e possa anzi prosperare. Si sta combattendo in uno spazio di circa 30-50 chilometri, spiega il Segretario di Stato americano. Una battaglia circoscritta, sì, ma violenta. .























