Trump fa buon viso a cattivo gioco, non sono deluso dal forfait di Putin, dice, ma la mossa del presidente russo è l'ennesimo tentativo di prendere tempo, tempo che stringe secondo Washington. Sta morendo troppa gente, dice Trump, che a questo punto vede un'unica via d'uscita. Per il businessman Trump la guerra è un fastidioso ostacolo sulla strada degli accordi commerciali, questo spiega la sua frustrazione nei confronti di Putin, ma anche nei confronti di Netanyahu. Gaza deve essere una freedom zone, dice il presidente e ribadisce l'idea di mettere la striscia sotto il controllo americano. Non siamo in vendita, replicano da Hamas. Israele vuole il pugno duro con l'Iran, Trump invece auspica un accordo. Gli Stati Uniti avrebbero sottoposto a Teheran una bozza d'intesa, così il Presidente mette fretta ai suoi interlocutori. L'imprevedibilità del presidente è una raffica di picconate e non si sa se apra vie d'uscita o fatali voragini. Di certo le monarchie del Golfo hanno deciso di scommettere su Trump e hanno capito come blandirlo. Tra danze tipiche e palazzi lussureggianti le tappe del viaggio sono state un'ostentazione di sfarzo capace di colpire persino chi è abituato a Mar-a-Lago. Scenario perfetto per la firma di accordi a tutto campo, dalla difesa all'intelligenza artificiale. Gli Emirati investiranno 1.400 miliardi di dollari negli Stati Uniti in 10 anni. Un risultato che per la Casa Bianca sembra essere addirittura più importante di qualsiasi successo diplomatico e pazienza per le tante accuse di conflitti di interesse. .