Lungo e produttivo. Così Donald Trump definisce il colloquio avuto con Vladimir Putin. Tanti i temi affrontati con l'Ucraina in primo piano. La conversazione segna un momento chiave nelle relazioni recenti fra i due Paesi, ma non arriva del tutto inaspettata, soprattutto dopo lo scambio di detenuti che ha riportato a casa l'americano Mark Fogel. Trump invita Putin in America e viene a sua volta invitato a Mosca. Poi chiarisce che il primo incontro si terrà probabilmente in Arabia Saudita. La Casa Bianca non può che definire la Russia un grande avversario, ma tra i rispettivi leader c'è un'evidente affinità elettiva. Lo dimostra il fatto che nel posto in cui conferma la telefonata con Putin, Trump non cita il suo inviato speciale per l'Ucraina. Keith Kellogg è un falco nei rapporti con Mosca e questo adesso probabilmente non gioca a suo favore. I negoziati devono iniziare immediatamente, concordano i due interlocutori. Putin chiede una soluzione a lungo termine. E Zelansky? deve a tutti i costi evitare che un eventuale accordo venga raggiunto alle sue spalle. Avrebbe voluto parlare con il presidente americano prima di quello russo, è costretto a farlo subito dopo. "Kiev deve accettare la pace", ribadisce Trump, che incalza l'Ucraina perché vengano organizzate delle elezioni. Ed esclude, per il momento, un viaggio nel Paese. "Difficile che l'Ucraina torni ai confini del 2014", aggiunge Trump, "Irrealistico pensare che entri nella Nato". Intanto a Kiev il segretario al Tesoro americano Bessent, delinea i termini di un accordo, grazie al quale Washington avrà accesso a materie prime presenti in Ucraina in cambio di aiuti e di armi. .