L'ufficio più bello del mondo, così scherzando, Trump ha definito la Basilica di San Pietro teatro del suo ultimo colloquio con il presidente ucraino. Zelensky secondo Trump è più calmo e vuole un accordo. Penso sia pronto a cedere la Crimea, aggiunge Trump incalzato dai giornalisti, ma sembra un auspicio che una certezza, ribadita l'irritazione nei confronti di Mosca. Comincia una settimana delicata, se non cruciale nelle trattative per un cessate il fuoco. Nei prossimi giorni, spiega il segretario di Stato americano, cercheremo di determinare se la Russia e l'Ucraina vogliono veramente la pace. Un pressing sulle parti per spingerle a fare concessioni. Rubio ha ribadito che in base a quanto accadrà, Washington deciderà se continuare ad essere coinvolta negli sforzi negoziali. Il Kremlin, sottolinea i punti di contatto tra la posizione di Washington e quella di Mosca. La proposta sul tavolo in effetti prevede, oltre alla cessione della Crimea alla Russia, la rinuncia di Kiev alla Nato e scarse garanzie di sicurezza per la nazione invasa. Condizioni difficili da accettare per Zelensky e rispetto alle quali è difficile immaginare che sia riuscito a far cambiare radicalmente idea a Trump. In queste ore il Presidente americano pensa anche e soprattutto ai suoi primi 100 giorni di governo traguardo che intende celebrare con un comizio in Michigan. Secondo diversi sondaggi c'è in realtà poco da festeggiare. Il consenso per il Presidente è in netto calo anche per quanto riguarda cavalli di battaglia come l'immigrazione. La Casa Bianca guarda avanti per il futuro, dicono funzionari anonimi, aspettatevi aperte virgolette nuovi siluri già in viaggio sotto l'acqua. .