É stato trovato un consenso per sbloccare l'esportazione del grano dai porti dell'Ucraina, o almeno, questo è quanto ha fatto sapere il Ministro della Difesa turco Hulusi Akar. Una decisione che, a suo dire, avrebbe messo d'accordo tutte le parti: Russi, Ucraini e NATO. La centrale operativa spiega Akar sarà ad Istanbul e consentirà di aprire un corridoio che permetta al grano di raggiungere poi i mercati globali. Un'apertura del corridoio che da un lato potrebbe risolvere il problema delle tonnellate di grano sprecato che ha piegato gli agricoltori e dall'altro risolvere la crisi alimentare in Medio Oriente e in Africa. Ma che, soprattutto, segnerebbe una maggiore leadership per Ankara. É dall'inizio della guerra che si è proposta come mediatrice tra l'Occidente e il leader del Cremlino. Crisi, che secondo Blinken e non solo, sarebbe responsabilità di Mosca che agisce solamente per motivi politici. Dall'altro lato, Putin si difende dalle accuse che lo dipingono come responsabile della crisi alimentare e punta il dito contro Kiev che definisce un ostacolo all'accordo per l'esportazione del grano. Intanto, sul campo un'autobomba è esplosa a Kherson uccidendo Dmitry Savluchenko, un funzionario dell'amministrazione imposta dai russi nella città dell'Ucraina meridionale. Mentre l'esercito ucraino ha annunciato il ritiro da Severodonetsk, dall'impianto della fabbrica di Azot. Una bandiera bianca che però è tutt'altro che un segno di resa, ma che segna la volontà di tutelare la vita delle persone ancora rimaste. Non ha senso rimanere. Il numero dei morti aumenta, ha spiegato il responsabile militare di Lugansk Sergei Gaidai, che ha ordinato il ripiegamento esattamente quattro mesi dall'inizio dell'invasione.