Il pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro, da qui al 2027, approvato giovedì dall'Unione Europea in favore dell'Ucraina, non sarà un sostegno militare. I fondi saranno utilizzati infatti per colmare il divario di bilancio, per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici ed erogare le pensioni. Soltanto a dicembre, mentre crescevano le incertezze sul destino dei finanziamenti internazionali all'Ucraina a causa delle divisioni a livello europeo e delle frizioni al Congresso americano che bloccano l'invio di oltre 60 miliardi di dollari in aiuti, il Ministero dell'Economia di Kiev aveva suonato l'allarme: senza nuovi fondi sarebbe stato impossibile, durante il 2024, sostenere il peso degli stipendi pubblici e della previdenza sociale per milioni di cittadini, in breve, mantenere in funzione la macchina dello Stato, il cui bilancio nazionale, indebolito dal conflitto, dal crollo delle esportazioni, da un'elevata inflazione, è dedicato in larga parte allo sforzo bellico, ininterrotto da febbraio 2022. A complicare la situazione del bilancio di guerra, c'è la corruzione radicata. Bruxelles su questo è ferma: il processo di integrazione ucraina all'Unione passa attraverso la lotta a questo fenomeno. Kiev ha dichiarato pochi giorni fa di aver individuato l'ultimo di una serie di scandali legati alla Difesa: funzionari pubblici avrebbero firmato nel 2022 contratti per la fornitura di 100.000 proiettili da mortaio, i fondi sarebbero stati trasferiti, eppure le munizioni non sarebbero mai state consegnate. In concomitanza con la rivelazione, sono stati resi pubblici i dati di un report internazionale sulla corruzione: a prova che l'amministrazione del Presidente Volodymyr Zelensky starebbe registrando progressi su questo fronte. Si trova il 104° posto su 180 Paesi.