A Saltivka le ferite della battaglia sono ovunque. Voragini, lampioni abbattuti, auto in fiamme, artiglieria incastrata nell'asfalto e detriti per terra. Siamo alla periferia nord di Kharkiv e questa è la strada attraverso la quale i russi volevano entrare in città. Come ovunque in questa guerra, hanno provato ad aprirsi la strada con le bombe. Qui si è combattuto duramente, fino a pochi giorni fa, tutti i pochissimi abitanti rimasti dovevano nascondersi sotto terra. Nulla è stato risparmiato dalla distruzione in questo popoloso quartiere dormitorio alle porte della città. Non c'è neanche un palazzo che non porti i segni dei bombardamenti. Quartieri come questi sono andati davvero completamente distrutti. Guarda lì in alto, tutto bruciato. Il 30% dei palazzi dovranno essere ricostruiti, molti da cima a fondo. Irina e Misha ci vedono e ci fermano per raccontarci quello che hanno vissuto, perché loro non se ne sono mai voluti andare e ci guidano in un tour per il quartiere. Non c'è né luce, né gas, né acqua, ancora, in questo quartiere. "Dovete girare qui intorno, passate di la". Questa è una cucina davanti ai palazzi, scene che abbiamo visto a Mariupol, in tante città ucraine. Tutte le città sotto assedio mostrano le stesse ferite, gli stessi drammi. A non essere fuggiti, come vediamo, sono soprattutto gli anziani, perché non ce la facevano e gente come Irina e Misha, che sono tra quelli rimasti per aiutarli. "Come potevamo andarcene lasciando qui tutte queste persone senza aiuto, chiunque arrivi, noi resteremo qui, fino a che tutti gli abitanti non saranno in salvo". Adesso l'eco dei combattimenti si ode solo in lontananza e bisogna subito ricominciare a vivere. In questo quartiere non sarà facile, manca tutto. Gli operai che stavano lavorando qui, ci hanno spiegato di avere appena finito le riparazioni di queste tubature di gas, che sono andate direttamente distrutte quando i missili colpivano questo quartiere. Il mercato, il supermercato e i negozi sono andati completamente distrutti e la maggior parte dei palazzi non sembra riparabile. Ciò nonostante, dalla cucina collettiva davanti al palazzo, dove si ritrovano gli anziani del quartiere, ci arriva un messaggio di speranza. "Vogliamo solo la pace e siamo contenti di ogni giorno di sole, non perdiamo il nostro ottimismo perché è il modo più facile di sopravvivere".























