Papà costretti a restare che consolano figli e mogli, bimbi aggrappati alle loro mamme sole, anziani spaesati, disabili. Scene strazianti che si ripetono ogni giorno sotto gli occhi dei volontari, impegnati ad evacuare l'Ucraina. Alberto Andreani, che nella vita fa il funzionario dell'ONU, di volontari ne ha messi insieme 140. "Ci sono addetti ai lavori nel settore della sicurezza, come Interpol, Europol, Frontex, le Forze dell'Ordine, anche italiane, Polizia di Stato, Finanza e Carabinieri, ci sono magistrati, ci sono volontari che lavorano nelle varie Onlus e poi c'è anche il settore privato che ci da consigli, per anche altre cose e non solo anche sostegno finaziario." Con l'aiuto di una rete locale, che le evacuazioni le ha avviate già dal 2014 nel Donbass, ci si occupa di casi particolarmente difficili. "Il flusso di persone che si vede evacuare, ad esempio alla frontiera con la Polonia, sono persone che, in qualche modo, fanno parte del gruppo del "si salvi chi può", ma chi non può salvarsi rimane dentro. Sono tutte persone che arrivano da posti difficilissimi, dove non ci sono canali umanitari che possono evacuare questo tipo di persone in maniera regolare. Mariupol, Kherson, Kharkiv, Bucha, anche i villaggi martoriati dalla guerra e dalle violenze." 150 le persone già evacuate, le ultime 50 hanno lasciato il Paese questa mattina. "Sono appene partite da Ternopil, andranno a Vienna, la prossima evacuazione è per la prossima settimana, ancora dobbiamo vedere le infrastrutture che potranno ospitare ma comunque le porteremo in Italia." Si spera ora, di allargare la rete dell'accoglienza, Alberto Andreani è in stretto contatto con il Sindaco di Ternopil che nei giorni scorsi ha chiesto aiuto a diversi i Prefetti, Sindaci e Governatori nel nostro Paese.