"Il processo di adesione all'Unione Europea si basa sul merito, anche se la velocità e la determinazione dell'Ucraina, alle prese con una guerra atroce, è impressionante". Con queste parole Ursula Von der Leyen, alla vigilia dell'annuale vertice UE-Ucraina, che torna a svolgersi a Kiev con la contemporanea presenza di ben 16 commissari, tiene aperta la porta all'ingresso dell'Ucraina nell'Unione senza per questo dare i dettagli sui tempi e sull'esito finale. Mentre Zelensky chiede un nuovo pacchetto di sanzioni promesso da Von der Leyen entro il 24 di febbraio, l'Europa annuncia anche altri 450 milioni di aiuti, che portano il totale europeo a 50 miliardi dall'inizio della guerra. Tantissimi ma i danni che la guerra ha causato all'Ucraina, per la Banca Mondiale, si aggirano già fra i 600 e i 700 miliardi di dollari. Gli aiuti europei si vanno a sommare a quelli appena decisi dagli americani per due miliardi, inclusi i missili a lungo raggio GLSDB, in grado di colpire a 150 km di distanza, il doppio degli HIMARS finora in uso all'esercito ucraino. La risposta di Putin è stata che la Russia ha qualcosa con cui rispondere, precisata dal portavoce del Cremlino: "Abbiamo il potenziale militare per rispondere e man mano che appaiono nuovi armi lo adegueremo". Il presidente russo ha celebrato la battaglia di Stalingrado con tanto di busto di Stalin ed è tornato a rinvigorire la propaganda per cui la guerra in Ucraina è una battaglia contro i nazisti, sottolineando come a distanza di 80 anni i russi si trovino di nuovo a dover fronteggiare i carri armati tedeschi, in riferimento all'invio dei tank Leopard. "Ma la guerra non finirà così", ha aggiunto, "siamo pronti a tutto". Quanto sia vero lo si vede sul campo, in Donbass, dove è stato nuovamente colpito il centro di Kramatorsk, con una serie di missili su obiettivi civili che hanno causato morti e feriti. Gli ultimi bombardamenti hanno colpito i soccorritori che cercavano superstiti sotto le macerie.