"Tutto è iniziato in Crimea e li deve finire". Il Presidente Volodymyr Zelensky ha aperto così il summit della piattaforma di Crimea a cui hanno preso parte molti dei leader occidentali. Regione che nel 2014 fu occupata dalla Russia e poi annessa attraverso un referendum ritenuto illegale dall'ONU, dagli USA e dall'Unione Europea come pure dalla stessa Ucraina. "Per sconfiggere il terrore, per garantire sicurezza alla nostra regione, è necessario liberare la Crimea dall'occupazione". Queste le parole di Zelensky, che hanno trovato ampio sostegno tra gli altri leader presenti, a partire da Mario Draghi. "La Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati. L'Italia continuerà a sostenere l'Ucraina". "La Crimea non sarà mai riconosciuta come russa", lo ha ribadito Ursula Von Der Leyen, "L'UE lavora instancabilmente per denunciare le violazioni dei diritti umani", ha riferito la Presidente della Commissione Europea, mentre a Bucha si benedicono le vittime della strage, corpi seppelliti nelle fosse comuni. La Von der Leyen ha manifestato il desiderio di includere l'Ucraina nell'Unione, definendolo mai così forte. Il processo ai prigionieri di Mariupol che i separatisti russi avrebbero in programma desta preoccupazione nell'ONU. Uno dei casi più gravi di violazione dei diritti umani, sostegno per un inverno che si preannuncia duro arriva dal segretario generale della NATO Stoltenberg, mentre l'Ucraina si prepara per la festa dell'Indipendenza il 24 di agosto. Data che coincide con l'inizio della guerra sei mesi fa, data in cui si teme una recrudescenza degli attacchi russi. Lo ha denunciato l'ambasciata USA a Kiev, lo ha ribadito Zelensky che ha istituito il coprifuoco a Kharkiv, città devastata e il divieto di assembramenti per la festa. E mentre i leader sono riuniti al tavolo, gli attacchi continuano su vari fronti.























