"Siamo pronti ma molti soldati moriranno". Le parole di Volodymyr Zelensky arrivano dopo che sulla controffensiva ucraina si è alzata la pressione internazionale. "Non so quanto tempo ci vorrà - dichiara il presidente da Kiev - perché vorremmo certe cose ma non possiamo aspettare per mesi". Zelensky si riferisce ancora una volta alla fornitura di armi da parte dell'Occidente, in particolare di quei patriot, il cui arrivo è imperativo, sostiene, per poter fermare i missili di Mosca sulle città ucraine. Intanto, oltre confine sembra che i suoi uomini, insieme a gruppi russi di paramilitari ribelli, legati all'estremismo di destra, puntino ad agire con incursioni a sorpresa senza rivendicazioni. Nella regione di Bolgorod continuano le evacuazioni in termini di decine di migliaia di persone con il Governatore che parla di due vittime civili, due donne e due feriti. Il rischio di escalation della crisi resta alta, avverte Li Hui, inviato speciale cinese per l'Ucraina mentre, il capo del Pentagono Lloyd Austin ha indicato l'invasione russa come un esempio di quanto diventerebbe pericoloso il nostro mondo, se i grandi paesi potessero semplicemente invadere i loro vicini pacifici impunentemente. Riferendosi alla questione di Taiwan, ma dimostrando anche come Cina e Stati Uniti siano ad un minimo storico nei loro rapporti diplomatici. Austin lo dice dalla conferenza sulla sicurezza di Singapore dove sul tavolo è arrivato il piano di pace indonesiano per l'Ucraina, già bocciato da Kiev e dall' alto rappresentante UE per la politica estera, mentre Mosca fa sapere alla Francia che il suo coinvolgimento nel conflitto ucraino come paese NATO non la rende un mediatore credibile, anche se, Vladimir Putin si dichiara disponibile ad ogni piano che preveda la difesa degli interessi russi.