I lavori di riparazione proseguono senza un attimo di sosta dopo l'attacco terroristico. Zelensky, come ogni giorno, invita gli ucraini a tenere duro. Sei milioni di concittadini hanno avuto nuovamente accesso all'elettricità, non ancora all'acqua, ma la battaglia prosegue ed è una sorta di fatica di Sisifo, costretti a riparare il più in fretta possibile ciò che viene subito distrutto con determinazione cieca. Mettere in ginocchio l'Ucraina grazie allo storico alleato dell'armata, il generale inverno, sembra però essere una tattica insufficiente, perché da un lato l'Occidente sta fornendo generatori, dall'altra Kiev in un prossimo futuro potrebbe contrastare l'offensiva aerea, grazie ai missili Patriot forniti dagli americani. Sul punto Biden non conferma e non smentisce, mentre Zelensky si sbilancia, ne discutiamo costantemente con il presidente degli Stati Uniti, dichiara in un'intervista, considero ci sia una prospettiva positiva, molto positiva. E questo cambierebbe le carte in tavola, cancellando la superiorità aerea della Russia, che finora ha agito quasi indisturbata. Il fatto che non sia un'eventualità, ma una probabilità elevata, è forse alla base del faccia a faccia tra Putin e i suoi generali. Un incontro in cui lo zar ha chiesto idee e proposte. Il Ministro della Difesa Sergei Shoigu si è subito recato in visita alle truppe al fronte, lodandone l'impegno, ma è evidente che si tratta di sola propaganda, anche per sconfiggere il malcontento crescente dei soldati. Secondo gli ucraini, la nuova offensiva sarà via terra e, dopo i rovesci in Donbass, la Russia tenterà nuovamente di arrivare a Kiev. Anzi, come ripetono da giorni, di distruggerla. La via più probabile è la Bielorussia, da cui potrebbero partire i nuovi contingenti freschi. In programma un vertice a Minsk tra Lukashenko e Putin. Il via libera del presidente bielorusso è un proforma. La domanda che resta sospese è fino a che punto Putin sia disposto a portare avanti il conflitto e che prezzo è pronto a pagare. La risposta è 300.000 uomini. Finora ne ha persi circa 100.000. A motivare le truppe ci pensa il ceceno Ramzan Kadyrov, che invita tutti i musulmani del mondo a combattere la NATO.























