Ha sfidato il blocco di Mosca nel Mar Nero ed è giunto a destinazione. Il suo è un carico prezioso, il grano, al sicuro dopo che i raid russi su infrastrutture e depositi in Ucraina ne hanno danneggiato diverse scorte. La nave, battente bandiera di Hong Kong, ha lasciato il porto di Odessa utilizzando un nuovo corridoio istituito a Kiev, dopo che Mosca, il mese scorso, si è ritirata proprio dall'intesa sul grano. Una rotta, la sua, che ha evitato le acque internazionali, a favore di quelle controllate dalla Romania e Bulgaria, membri della NATO. Intanto sul campo proseguono i combattimenti la Russia sta dimostrando capacità inattese nel difendere il territorio occupato, attraverso campi minati e trincee, ed è destinata a provocare accuse reciproche tra Kiev e le capitali occidentali, sulle ragioni per cui la controffensiva, per la quale sono state investite decine di miliardi di dollari di armi occidentali, non sembri in grado di centrare i suoi obiettivi. Tra questi la città di Melitopol, la cui conquista servirebbe a tagliare a Mosca il collegamento via terra con la Crimea. Difficile che gli ucraini riescano a raggiungerla in tempi rapidi, secondo l'intelligence americana, mentre sul piano diplomatico arriva l'affondo di uno dei più stretti alleati di Vladimir Putin, il Presidente bielorusso Lukashenko. La guerra si poteva evitare, ora si può fermare. Putin ha raggiunto i suoi obiettivi, ha spiegato in un'intervista rilasciata ad una giornalista ucraina considerata però vicina al Cremlino. Lukashenko ha quindi auspicato l'avvio di negoziati senza precondizioni. Al momento da parte ucraina resta strada indicata dalla formula di pace elaborata da Kiev in dieci punti per raggiungere la soluzione del conflitto. Piano che, però, necessità di un convinto sostegno internazionale. Sui cieli di Mosca tornano, intanto, i droni ucraini. Nella notte hanno messo a segno un obiettivo cruciale, quello di far chiudere, anche se per breve tempo, l'aeroporto di Vnukovo.