Per le istituzioni la partita è chiusa. Dal 2035 in Europa non sarà più possibile produrre nuove auto a benzina o diesel. Il via libera definitivo allo stop per i veicoli inquinanti è stato raggiunto dall'Unione Europea grazie all'accordo siglato da Commissione, Consiglio e Parlamento. Il testo dell'accordo prevede una serie di obiettivi a scaglioni. Il primo è quello del dimezzamento, entro il 2030, della CO2 prodotto dai veicoli rispetto ai livelli registrati nel 2021. Il traguardo più importante rimane quello fissato per il 2035, anno in cui si prevede l'azzeramento totale dell'emissioni di auto e furgoni fino a 3,5 tonnellate. Ma se sulla carta i giochi sono fatti, sul piano reale la sfida è appena cominciata. Il mondo automotive e l'intera filiera coinvolta sono in fibrillazione. Lo stop al mercato di auto con motore termico porta con sé inevitabili ricadute su milioni di posti di lavoro che dipendono da questo tipo di produzione. La soluzione, almeno in linea teorica, è la riconversione industriale, ma la strada per raggiungerla, se si vogliono evitare i costi sociali e tagli sui lavoratori, è tutta in salita. Per questo l'associazione europea dei produttori di automobili chiede a Bruxelles di essere sostenuta e aiutata nel percorso. Secondo il presidente Acea, Oliver Zipse, l'industria automobilistica è pronta ad affrontare questa sfida e fornire auto e furgoni a emissioni zero, tuttavia si aspetta dall'Unione Europea la realizzazione di una serie di condizioni quadro che vengono definite essenziali. L'abbondanza di energia rinnovabile, una rete infrastrutturale di ricarica privata e pubblica senza interruzioni e infine l'accesso alle materie prime. Intanto il Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione di fare un rapporto sui progressi che verranno raggiunti da qui al 2026, per visualizzare lo stato delle cose e rivalutare eventualmente programmi di formazione e fondi adeguati.























