Un mese di guerra in Ucraina, un mese in cui l'esercito di Putin avanza in Crimea e nelle repubbliche separatiste. Il 24 febbraio, lo ricordiamo, dopo il riconoscimento proprio di Donetsk e Lugansk e l'ingresso dell'esercito nel paese, si parte da nord e l'idea, è questa la prima fase di guerra, è quella di far cadere velocemente il governo Zelensky, che però resiste, resiste contro ogni aspettativa. L'idea dunque di costituire un governo filorusso come quello di Yanukovich in passato non va in porto. E allora si colpiscono le città dell'est, si colpisce Kharkiv e cerca di circondare Mariupol. Perché qui si inizia a intravedere il vero obiettivo militare, quello da portare come conquista ai negoziati. Ma prima una nuova fase di guerra serve per avvicinarsi a Mariupol, l'acquisto di territorio dal nord della Crimea, in modo tale che la città venga assediata e tutta la costa del Mare d'Azov, che è quella porzione del Mar Nero che interessa i russi. L'11 marzo vengono chiuse di fatto le retrovie con colpi e bombardamenti a Ivano-Frankovsk, Dnipro e Lutsk. C'è la volontà di interrompere l'invio di armi all'esercito ucraino che sta funzionando, tanto che l'esercito regolare riesce a difendersi sicuramente a Kiev. E poi obiettivo militare, siamo nella terza fase di guerra, colpire Mariupol, assediarla. Di fatto è la città che permetterebbe con la sua conquista la chiusura della tenaglia russa sul Mare d'Azov e dunque il controllo di tutta la costa del Mar Nero. Quel Mar Nero che aveva anche acque ucraine.