Fino a pochi mesi fa era un perfetto sconosciuto, da oggi Peter Modior potrebbe diventare la più grande minaccia al potere di Viktor Orban: scende in campo e si candida alle elezioni europee di giugno. Un bel problema per il sistema di potere guidato dal primo ministro ungherese, perché Modior il sistema lo conosce dall'interno. Già membro della dirigenza di Fidesz, ex marito della ministra della giustizia, a febbraio decide di lasciare il partito di governo, facendo esplodere uno scandalo politico che ha messo in serio imbarazzo il governo. Accusa la macchina statale di diffusa corruzione e di gestire il Paese come una macchina di propaganda centralizzata. Sufficienti per riempire le strade della capitale ungherese, dove ad inizio mese migliaia di persone hanno protestato contro il governo, in quella che è diventata la più imponente protesta antigovernativa degli ultimi mesi. L'opposizione tradizionale ungherese ha ancora molti dubbi sulla sua integrità: lui dice di voler ripristinare la democrazia, riformare il sistema sanitario, l'istruzione e collaborare con Bruxelles. "Voglio riprendermi l'Ungheria", il suo motto, ma la paura è che si passi da Orban a un altro Orban.