Sopravvivere a venti di oltre 150 chilometri all’ora, a due giorni di piogge torrenziali, agli allagamenti e poi morire per il caldo. Giorni dopo il suo passaggio, Irma continua a fare vittime: le ultime otto sono di ieri, ospiti di una casa di riposo da giorni, a causa dell’uragano, senza aria condizionata. Le temperature tropicali di Hollywood, a nord di Miami, hanno trasformato l’ospizio in un forno e l’allarme è scattato troppo tardi. Alcuni degli anziani non ce l’hanno fatta, altri cento sono stati trasportati in un vicino ospedale, tutti con principi di disidratazione e difficoltà respiratorie. C’erano più di 35 gradi là dentro, ha accusato la figlia di una degli anziani ora ricoverata e il governatore della Florida Rick Scott si è detto determinato a comprendere la dinamica degli eventi e a punire i responsabili. Il management della casa di riposo, infatti, sostiene di aver avvertito le autorità della situazione, dalla compagnia elettrica al Comune, senza aver però ricevuto assistenza. Il bilancio dei morti da uragano negli Stati Uniti sale così a trentasei, che vanno a sommarsi agli oltre quaranta che Irma ha ucciso nel suo passaggio nei Caraibi, mentre per il momento ancora non si hanno notizie di vittime nelle isole Keys, dove i soccorsi stanno andando casa per casa nelle zone più colpite per verificare la situazione. La strada che unisce le isole dell’arcipelago ormai è completamente agibile, ma si procede con cautela dato che il 25 per cento delle strutture è distrutto e oltre il 60 per cento ha riportato danni. Nelle isole più ad ovest, come Key West, inoltre, non c’è elettricità, né acqua, né sistema fognario e non funzionano neanche i telefoni cellulari. Oggi arriva in Florida anche il Presidente Donald Trump per visitare le aree travolte dalla furia di Irma, che ha lasciato sul suo cammino di morte e distruzione, oltre al pesante bilancio di vite umane, anche 25 miliardi di dollari di danni.