In Ungheria vivono dieci milioni di persone e io sono pienamente convinta che vi siano dieci milioni di buone ragioni per cui l'Ungheria sia e rimanga membro dell'Unione Europea. Così il presidente della commissione Ursula von der Leyen alla fine del Consiglio Europeo risponde a chi le chiede se l'Ungheria non debba lasciare l'UE se non rispetta i suoi valori fondamentali. Il punto però è che per ora il governo Orban non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro sulla legge giudicata discriminatoria per i diritti delle persone lgbt e tantomeno ha intenzione di lasciare l'Unione europea e quindi cosa succede? Basta una vaga e macchinosa procedura di infrazione? Il nodo per ora senza soluzione è venuto al pettine. Non sono mancate altre fratture, del resto prevedibili come quella sull'atteggiamento da tenere con la Russia. Angela Merkel d'accordo con Macron insiste. Ma i paesi baltici e la Polonia hanno rifiutato un vertice europeo con Putin. Rimane così l'accusa a Mosca di condurre attività nocive, illegali e destabilizzanti. Il vertice è stata anche un'occasione per fare qui da Bruxelles il punto sull'andamento della pandemia. Non ne siamo usciti, insistono i vari leader, e bisogna fare attenzione alla variante Delta che preoccupa però è stata espressa grande soddisfazione per l'andamento della campagna vaccinale. Il punto di maggiore soddisfazione collettiva rimane però il Recovery Fund, portato da tutti come migliore dimostrazione dell'enorme potenziale dell'Europa unita quando i suoi membri riescono a mettersi veramente insieme.